La cedolare secca è un regime fiscale che si applica alle case date in affitto a privati, è semplice, economico ed elemento fondamentale: il proprietario sa subito con “certezza” quanto deve pagare.
Il cartello che ho inserito, prodotto dall’Agenzia delle Entrate, riepiloga sinteticamente tutte le caratteristiche.
Premessa: la legge di stabilità deve ancora passare alle Camere, quindi le mie sono riflessioni ad oggi, ma vediamo come dal 2015 i “minimi” potrebbero trasformarsi in “forfettari”.
Attualmente il regime dei minimi, prevede un “tetto” ricavi di 30 mila euro annui, un limite di 5 anni di permanenza oppure il limite dei 35 anni, ma principalmente un’imposta sostitutiva del 5%.
Nel disegno di legge che il Governo ha presentato, è stato genericamente scritto che il “tetto” passava a 40 mila euro di ricavi l’anno, ma non è propriamente così, perché ci saranno soglie di ricavi differenziati per tipo di attività. Ad esempio il “commercio all’ingrosso ed al dettaglio” avrà il limite dei 40 mila euro, ma le “attività professionali, scientifiche, tecniche, ecc.” potranno avere ricavi solo fino a 15 euro!
Il secondo cambiamento, riguarda il calcolo del reddito imponibile. Oggi i “minimi” deducono le spese realmente sostenute, nel nuovo regime viene considerata una percentuale, forfettizzando quindi i ricavi, sempre in riferimento ai nostri esempi, il commercio all’ingrosso calcolerà l’imposta sostitutiva sul 40% del reddito, mentre i professionisti sul 78%. A mio modesto giudizio, in questo modo si favorisce l’evasione fiscale, perché se oggi richiedi sempre fattura per scaricarla, domani avendo comunque una riduzione percentuale fissa, puoi preferire uno “sconto” al documento contabile!
Inoltre la nuova imposta sostitutiva passa dal 5% al 15%.
Personalmente non vedo la convenienza di questo regime, perché un contribuente che si trova con questi “paletti”, se segue un regime fiscale semplificato, pagando IRPEF e addizionali, ha comunque maggiori detrazioni (di lavoro e di oneri) e risparmierà sicuramente.
Speriamo che il passaggio alle Camere ed al Senato, porti qualche modifica.
Il 16 ottobre 2014, i proprietari o conduttori, di immobili in Roma, dovranno versare l’acconto – pari al 50% – della TA.SI. Tassa sui Servizi Indivisibili 2014. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
CHI
Questa tassa, va versata per l’80% dai proprietari di immobili e per il 20% dai conduttori (inquilini, occupanti, coniuge assegnatario di casa coniugale, ecc.).
Coloro che abbiano venduto o acquistato immobili nel 2014, pagheranno in rapporto al periodo di proprietà nel 2014. Lo stesso vale per gli inquilini che siano stati più di 6 mesi nell’immobile.
QUANTO
Le aliquote a Roma sono due: 2,5 x 1.000 per le abitazioni principali e relative pertinenze; 0,8 x 1.000 per gli altri immobili (seconde case, garage, cantine, negozi, ecc.).
QUANDO
Le scadenze a regime sono 16 giugno (50% dell’imposta dell’anno precedente) e 16 dicembre (saldo), ma nel 2014 la prima data è stata posticipata al 16 ottobre. Quindi verseremo due rate di pari importo, tra ottobre e dicembre 2014.
DETRAZIONI
Sono previste tre detrazioni sull’imposta: 110 euro per rendite catastali inferiori ai 450 euro; 60 euro per rendite catastali tra i 451 e i 650 euro; 30 euro per rendite catastali tra i 651 e i 1.500 euro; dai 1.501 euro non sono previste detrazioni.
RESPONSABILITA’ SOLIDALI
Ciascun soggetto dovrà versare la sua quota, con singolo modello. Ad esempio non può versare tutto il marito e nulla la moglie cointestataria, ma ciascun coniuge dovrà fare il versamento. C’è responsabilità solidale tra proprietari: quello che non versa uno dei cointestatari può essere richiesto all’altro.
Se il conduttore non versa la sua quota, il Comune non può richiederlo al proprietario.
NOTE FINALI
L’aliquota prima casa è più alta di quella relativa alle seconde case, ma solo perché sulle seconde case grava già l’IMU per il 10,60 x mille. E’ stata prevista una equiparazione per le abitazioni date in uso a parenti di 1° grado (genitori-figli), ma per usufruire bisogna fare il contratto di comodato d’uso, registrarlo all’Agenzia delle Entrate ed avere un reddito annuo ISEE inferiore ai 15.000 euro.
Dal 1° ottobre 2014, i contribuenti italiani, per ottimizzare al massimo la “riduzione dei costi di riscossione fiscale”, dovranno abituarsi ad utilizzare i canali telematici per i versamenti all’Agenzia delle Entrate.
I titolari di partita IVA, già da diversi anni possono pagare solo online, ma ora la platea degli utenti viene allargata anche ai privati cittadini, che per pagamenti sopra i mille euro, dovranno utilizzare l’home banking o i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate: Fisconline o Entratel.
Vediamo i casi specifici:
Come tutte le novità, porterà un po’ di confusione, specialmente nelle persone poco pratiche della tecnologia (e sono ancora tante…) che dovranno affidarsi ad intermediari o parenti/amici, dovendo magari pagare il servizio…
In questi ultimi mesi, ho dovuto abbandonare il mio blog ed i suoi aggiornamenti, a causa dell’intenso lavoro, che mi ha assorbito totalmente.
Spero di non aver perso tutti i miei lettori e prometto che da settembre, riprenderò a commentare le notizie fiscali ed il mondo che ci circonda.
Buone vacanze a tutti
Patrizia
P.S. La foto è personale, è la spiaggia davanti alla casa del Commissario Montalbano!